Le uniche cose che conosco sul football, le ho imparate grazie al telefilm “Friday Night Lights” (che è molto bello e consiglio vivamente), ma seguo sempre con interesse il Super Bowl per un motivo soltanto: le pubblicità.
Uno spazio pubblicitario durante il Super Bowl costa milioni di dollari e le pubblicità che vanno in onda durante diventano spesso casi studio. Ed è per questo motivo che quest’anno ho deciso di trattarle come tali: questa è la lista delle migliori pubblicità del Super Bowl del 2019.
P.S. Hanno vinto i Patriots
Michelob Ultra – Sfruttare un nuovo trend
Michelob Ultra sfrutta un nuovissimo trend del web, l’ASRM. Non mi dilungherò su cosa sia l’ASMR perché ci sono milioni di articoli, video e persino documentari sull’argomento, ma il bello di questa pubblicità è come siano riusciti in maniera semplice a cavalcare un trend.
N.B. Questa è la pubblicità preferita di Raf!
Pringles – Cosa significa essere umani?
Il 2019 è stato l’anno in cui il Super Bowl si è chiesto cosa significa essere umani. E la risposta è una sola: non poter assaggiare le Pringles.
La presa in giro ad una Similar-Alexa funziona, perché c’è questa aria di tristezza che però viene affogata da un’ironia che funziona molto bene per un brand come Pringles che non può prendersi sul serio.
Bumble – Girl Power e Serena Williams
L’app di incontri Bumble si presenta al Super Bowl accompagnata da Serena Williams, una delle atlete più vincenti di tutti i tempi. Serena Williams è sempre stata una voce di cambiamento, di donne vincenti, quindi è in perfetta linea con ciò che Bumble cerca di portare avanti. Bumble è infatti l’unica app di incontri in cui le donne devono scrivere per prime.
Stella Artois – L’inaspettato
Sarah Jessica Parker riprende il ruolo che l’ha resa famosa, quello di Carrie di Sex in The City ma nella sua vita il Cosmopolitan lascia il posto a Stella Artois.
Anche Jeff Brides, nei panni di “The Dude”, sceglie una Stella Artois al posto del suo immancabile White Russian.
Ovviamente Stella Artois fa leva sulla cultura popolare e su due grandi nomi di Hollywood ma la scelta è vincente. In più va a sfruttare quella nostalgia degli anni 90/inizio 2000 che sembra stia andando molto di moda in questo periodo.
Pampers – John Legend, Adam Levine e i papà che cambiano i pannolini
Come cambia il pannolino un cantante? Cantando ovviamente.
A parte il fatto di vedere un po’ di papà che fanno i papà (spessissimo gli spot di pannolini sono fatti con le mamme), questo spot mi piace soprattutto per la presenza di Chrissy Teigen, la moglie di John Legend, che chiede se “dobbiamo farlo tutte le volte?”.
Burger King – Eat Like Andy
Dagli Archivi di Burger King spunta un video di Andy Warhol che si gode, in 4 minuti circa, un Whopper. Su questa pubblicità c’è un interessante articolo su AdAge che ne spiega la forza meglio di quanto possa fare io.
N.B. Durante il Superbowl il video è stato, per questioni di tempo, ridotto a 30 secondi.
Washington Post – La forza della verità
Lo Spot del Washington Post è forse il mio preferito in assoluto. Con semplicità, immagini d’archivio e la forza delle storie di chi la verità la racconta, riesce ad emozionare e a farci capire l’importanza della stampa e dei giornalisti.
Microsoft – Raccontare la tua storia raccontando le storie d’altri
Microsoft sceglie di raccontare come ha risolto un problema e l’ha trasformato in un’opportunità. Questo è un tipo di pubblicità che va a giocare sull’emotività. Quando tutti giochiamo, tutti vinciamo.
Google – Come aiutarci a capire
Google parla di parole e lo fa di nuovo andando a parlare alla nostra parte più emotiva. Gli spot di Google sono spesso molto ben fatti: quest’ultimo non è un’eccezione.
La morale è che, anche durante i tempi bui, gli esseri umani sono meglio di ciò che pensiamo.
Doritos – Backstreet Boys
Rivedere i BackStreet Boys insieme? Yes, please!
Skittles – Il vero vincitore del Super Bowl
Mentre ad Atlanta si giocava il Super Bowl, a New York Skittles ha organizzato un musical. Skittles infatti ha deciso, come già fatto lo scorso anno, di non comprare uno spazio pubblicitario per il Super Bowl, ma ha sfruttato l’occasione per creare qualcosa di nuovo, ovvero un musical a Broadway con protagonista Michael C. Hall. Per poter vedere lo spot di Skittles (ovvero il musical) bisognava avere i biglietti e scegliere di evitare il Super Bowl per andare a teatro.
Il chiacchiericcio generato dall’iniziativa ovviamente è stato incredibile.