YouTube Marketing: Come le aziende possono sfruttarlo

Che i video siano sempre più importanti in un progetto di comunicazione non è una novità. Ormai sono anni che lo diciamo. L’anno scorso è stato un anno particolarmente importante per YouTube che è diventato il primo social media italiano e rimane il più attivo. Ignorare questo canale non è più possibile.

Da circa tre anni mi occupo professionalmente di creare campagne pubblicitarie video YouTube da Google Ads.
Sto investendo molto tempo su YouTube perché credo moltissimo in questa piattaforma. Ci ho sempre creduto in realtà, considerando che sono stata una early adopter nel lontano 2006.
Come ogni social network anche YouTube ha le sue regole e quindi… è arrivato il momento di parlarne.

YouTube: Un progetto Digital come tutti gli altri

Ogni minuto su YouTube vengono caricate 300 ore di video.
È chiaro che YouTube sia un canale che sta acquistando importanza, ma esserci tanto per esserci non è mai buona idea.

  • In che modo vogliamo usare YouTube?
  • Cosa vogliamo condividere sul nostro canale YouTube?
  • Abbiamo le risorse giuste per YouTube?
  • Perché vogliamo essere su YouTube?

Iniziare dal perché è sempre una buona idea, come ci ricorda sempre la nostra amica Lucia che cita sempre Sinek.
Capire come integrare i video nella nostra strategia di marketing è importante ed è una cosa che conviene fare a monte.
Come dico sempre: analisi, strategia e obiettivi sono la base di ogni progetto digital e YouTube non è un’eccezione.

Analisi e strategia sottolineano best practice che si distinguono per settori e mercati, ma c’è una base per tutti. I video devono essere fatti bene.
Proprio per l’immensa quantità di contenuto caricato ogni minuto, adesso è molto importante puntare fin da subito sulla qualità.

YouTube, la SEO e il Brand

Fino ad adesso ho parlato di YouTube esclusivamente come social network. Ma bisogna anche considerare che YouTube è anche il secondo motore di ricerca al mondo dopo Google (di cui comunque fa parte).
Non bisogna sottovalutare l’ottimizzazione SEO dei video.
Farsi trovare è fondamentale e ci sono strumenti che ci possono aiutare. Per esempio io utilizzo Keywordtool.io per la ricerca di keywords e vidiq per l’ottimizzazione on video.
Il titolo, la descrizione e i tag sono gli elementi principali dell’ottimizzazione dei video.
Ma non dimentichiamoci che i video di YouTube possono anche influire sul posizionamento di un sito: incorporare un video in un pagina o in un articolo può migliorare il nostro ranking.

In generale comunque YouTube e i video funzionano bene per costruire brand awareness che a mio avviso è un po’ il futuro della SEO. Il fatto è che c’è sempre più concorrenza sul web e ci sono certi mercati che sono impossibili da scalare (nessun SEO può competere con Booking.com o Amazon.com) per cui lavorare sulla SEO di brand a volte è l’unica soluzione.
Inoltre, per ovvie ragioni le keywords di brand sono le migliori per conversioni, ma per arrivare ad avere ricerche di brand dobbiamo costruire la nostra riconoscibilità e i video e YouTube possono essere la strategia giusta.

YouTube e la creatività ai tempi di Google Ads

Come ho detto, nell’ultimo periodo sto lavorando parecchio sui video tramite Google Ads. In parte perché Google stesso sta spingendo moltissimo ad investire su YouTube e sta lavorando molto per offrire agli inserzionisti nuove possibilità. Quindi, parliamone…
Le campagne video offerte da Google Ads sono di quattro tipi:

  • Brand Awareness
  • Considerazione del prodotto o del brand
  • Traffico sul sito web
  • Lead Generation

A seconda del nostro obiettivo possiamo creare campagne video diverse con diversi formati. In pratica spesso andiamo a lavorare con campagne video bumper, video skippabili e video true view (che sono similari agli skippabili ma hanno possibilità in più).

  • I bumper sono i video promozionali di sei secondi che non si possono saltare
  • I video skippabili possono essere lunghi quanto si vuole e si possono saltare dopo i primi cinque secondi.
  • Il True View ti da la possibilità di utilizzare CTA e rimanere tra i video correlati anche se c’è stato lo skip dell’utente
  • Poi ci sono i video consequenziali che sono una concatenazione di video bumper e skippabili.

Per fare pubblicità su YouTube valgono le regole delle campagne Display, cioè si lavora su un target demografico che può essere di affinità, in market, per intento o di remarketing.

  • Demografica – Età, genere sessuale, avvenimenti importanti: è la base di ogni campagna Google Ads
  • Affinità – si crea un pubblico che è affine al nostro mercato. Per esempio il nostro pubblico di affinità potrebbero essere gli appassionati di Social Media.
  • In Market – sono persone che sono nel nostro settore. Per esempio un pubblico “in market” di Coccodè potrebbero essere i servizi di hosting
  • Intento – In questo caso si crea un pubblico partendo da parole chiave generiche. Per esempio il pubblico di intento di “Coccodè” è qualcuno che negli ultimi 7 giorni ha cercato, tra le varie cose, “adobe xd”, “agenzie pubblicità social” e “genova”

N.B. Le informazioni sui pubblici possiamo ricavarle da Google Analytics sotto pubblico -> dati demografici e interessi.

Trovare il target giusto è ovviamente il primo passo per creare una campagna che funziona. Si ritorna alla questione analisi, strategia e obiettivi di cui abbiamo parlato sopra.

Ma è la creatività che può davvero fare la differenza su una campagna Google Video, ma YouTube ha le sue regole da tenere bene a mente

  • Nei primi cinque secondi si gioca tutto, per cui è fondamentale che valgano la pena di essere guardati. Rispetto ad una pubblicità tradizionale infatti dobbiamo sparare in fretta le nostre carte. Dobbiamo evitare che ci skippino o che i nostri cinque secondi valgano
  • Nei primi cinque secondi è importante far vedere il brand. Nelle pubblicità tradizionali si vede alla fine, ma su YouTube questo non è possibile per cui il brand deve essere subito visibile e chiaro
  • I video skippabili possono essere lunghi quanto si vuole, ma è consigliabile comunque restare sotto il minuto di video (meglio 20-30 secondi)

Il trailer di “Mission: Impossibile – Fallout” è un ottimo esempio dei cinque secondi iniziali sfruttati al massimo. Solitamente un trailer è un crescendo, ma in questo caso i primi cinque secondi del trailer sono veloci, intensi, riassumono le parti salienti e finiscono con il logo e il titolo del film (cioè brand). Poi il trailer riprende la sua narrazione tradizionale. In quei primi cinque secondi hanno già detto tutto, ma se resti potresti scoprire qualcosa di più.

È arrivato il momento di provarci, non credete?

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