ReBranding – Istruzioni per l’utilizzo

Oggi parliamo di Rebranding. Che cos’è, perché si fa, quando si fa e quali sono le fasi fondamentali per realizzare in modo corretto questo percorso.

Che cos’è il rebranding?

Seguendo la definizione di Wikipedia, il rebranding indica un processo in base al quale un prodotto o un servizio sviluppato e distribuito con un nome, un marchio o sotto il nome di una ditta, viene reimmesso nel mercato sotto un altro nome o una diversa identità.

Facile no?

Per capirci, tralasciando per comodità il caso del cambio totale, stiamo parlando di un cambio visuale di logo e/o immagine coordinata. Esempio pratico che anche i meno attenti avranno notato sicuramente:

Esistono fondamentalmente due tipi di rebrand, quello totale in cui il logo viene radicalmente cambiato (a volte anche il nome e la strategia di marketing) e quello parziale nel quale vengono apportate solo lievi modifiche.

Poi, a mio avviso, c’è quello che sta perfettamente in mezzo, tipo l’esempio di Google riportato qui sopra: non è né un cambio radicale, né di certo un cambio parziale.

Perché e quando si fa il Rebranding?

Ci sono vari motivi per cui si decide di intraprendere questo percorso. I principali sono:

  • Fallimento: non è il massimo, ma capita che le strategie intraprese, le scelte o semplicemente l’immagine che si ha della propria attività/servizio/prodotto, non abbiano dato i risultati sperati, non siano stati capiti o semplicemente facciano schifo non siano il massimo a livello di carinicità.
  • Cambiamento: spesso un’attività si trova a dover cambiare necessariamente la propria struttura, l’offerta, la posizione sul mercato. In questo caso spesso si intraprende il magico viaggio del rebranding per cambiare anche la propria immagine e lo stile in cui si comunica.
  • Aggiornamento: è sicuramente il motivo più comune che spinge i brand a fare un bel “lifting” della propria immagine. Il mercato è in continuo cambiamento, così come i bisogni dei consumatori (e vogliamo parlare di quanto velocemente cambiano i trend legati al graphic design?).

Nella vita di un attività il cambiamento è inevitabile, per stare a galla bisogna tenersi aggiornati e stare al passo con i tempi, questo è un dato di fatto e chi gestisce le sorti di un brand lo sa perfettamente.

Gli step fondamentali per fare Rebranding

Ok, abbiamo deciso che per una ragione o un’altra la nostra attività/servizio/prodotto ha bisogno di un rebranding. Come agiamo?

Il percorso da seguire può variare da caso a caso ma esistono degli step fondamentali dai quali passare.

L’analisi, come al solito, è sicuramente la prima tappa del nostro viaggio. Analisi di mercato, della situazione presente, dei punti di forza e delle debolezze, opportunità e minacce, analisi e confronto con i competitors. È fondamentale che il rebranding vada verso una direzione strategica decisa a priori secondo un’analisi approfondita.

Dopo l’analisi si passa al brand-concept dove individueremo i valori, il carattere e la personalità della nuova immagine. Non parliamo ancora di grafica, bensì di tutte le linee guida che serviranno alla sua costruzione. Sono le fondamenta per l’ultimo step.

L’ultima fase è infatti la parte più delicata, il brand identity (l’identità di marca), ovvero il suo aspetto grafico, il suo linguaggio visuale, il suo stile, che ovviamente deve essere coerente con il brand concept studiato precedentemente.
Sarà il momento del cambiamento, logo per primo, ma poi anche il sito internet, i social, le brochure e i supporti cartacei, i packaging ecc. Sì, è un cambiamento importante, per attività di una certa dimensione anche dispendioso, ma comunque è un cambiamento positivo.

Bene! Avete il vostro nuovo logo, la vostra nuova immagine e ovviamente ne siete orgogliosi. Non vi rimane altro che farlo sapere al vostro pubblico. Oppure far finta di niente ed aspettare che tutti ti dicano “ma che bel nuovo logo che hai!”. A quel punto potrai rispondere con aria di superiorità: “Certo! me lo ha fatto Coccodè” 😉

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